ARE WE HUMAN prima edizione 2009 - 2010



ARE WE HUMAN
RASSEGNA D'ARTE PERFORMATIVA
prima edizione
Verona 2009 - 2010



-----------------------------------------------------------------------


Venerdì 6 novembre
ore 21.30 durata 45'
Fibre Parallele
2. (DUE)


ideazione, progettazione, regia e testo
Licia Lanera e Riccardo Spagnulo
con Licia Lanera
supporto tecnico Riccardo Spagnulo
si ringrazia Marluna Teatro e Dario De Luca
progetto finalista di EXTRA - segnali dalla
nuova scena contemporanea


Il bianco della purezza e dell'infermità si fonde con il nero della cronaca. In una piccola stanza c’è quello che rimane della vita di una donna. Profonde occhiaie, capelli rossi e il suo vestito, a metà tra una divisa da infermiera e l'abito della prima comunione. Lui l'ha lasciata per un altro uomo, lei lo ha ammazzato. Con una lucidità che somiglia all'inconsapevolezza infantile, la donna non risparmia un dettaglio del racconto. Con brutale freddezza ricostruisce i respiri agonizzanti della vittima, gli ultimi spasimi, poi gli occhi vitrei. Il testo, scomposto e sincopato, viene trasmesso con una robotica sonnolenza, algida e asettica. E' un inquietante straniamento, il muto grido di chi si è perso nella follia.

FIBRE PARALLELE è una compagnia teatrale di Bari, fondata nel novembre 2005. Nel 2007 produce "Mangiami l'anima e poi sputala", spettacolo semifinalista al Premio Scenario 2007. Con "Esercizi di lingua violenta", presentato con il Teatro Kismet e con la collaborazione di Ravenna Teatro/Teatro delle Albe e del Teatro Pubblico Pugliese, è tra i vincitori di Nuove Creatività concorso promosso dall'Ente Teatrale Italiano.




-----------------------------------------------------------------------


Venerdì 20 novembre
ore 21.30 durata 50'
Collettivo Attori Riuniti
In my end is my beginning


con Paola Michelini
di Paolo Civati


“In my end is my beginning” è l'incipit di una poesia di T. S. Eliot e l'origine di questa vicenda tragicomica. E' anche il punto di vista obbligato di Cagna Paola, una giovane artista che sta naufragando insieme ai suoi sogni di successo. Paola Cagna è una “martire” della società che l'ha partorita difettosa. Paola si sente cagna perché non fa quello che vorrebbe. Così la sua vita trascorre tra le ore ad aspettare, le ore disperate, le ore a guardare il soffitto. La passione, l'impossibilità e un'illusione di pienezza. Paola e il suo dolore. Quella sensazione di malinconia per qualcosa che non si è mai avuto. Come New York che ci manca senza esserci mai stati.

COLLETTIVO ATTORI RIUNITI è una formazione romana che accoglie volta per volta, progetto per progetto, attori e registi dalle diverse estrazioni. Il nucleo centrale del collettivo ha vinto nel 2005 la prima edizione del Premio Claudio Gora con lo spettacolo “Luogo di Niente” tratto dal romanzo di Jonathan Safran Foer “Molto forte, incredibilmente vicino”. Nel 2009 ha presentato al Festival delle Mura di Padova lo spettacolo “Una vita importante”.




-----------------------------------------------------------------------



Venerdì 18 dicembre
ore 21.30 durata 25’
Dewey Dell
à elle vide


coreografia, scena, costumi Teodora Castellucci
con Teodora Castellucci, Agata Castellucci
musiche originali Demetrio Castellucci
luci e assistenza alla produzione Eugenio Resta
realizzazione parti plastiche Chiara Bocchini
realizzazione costumi Gabriella Battistini, Carmen Castellucci
ringraziamenti Valentina Guidi, Chiara Bartolini, Francesca Bartolini
produzione Dewey Dell / Fies Factory One
premio speciale al Concorso GD'A 06/07
partecipante ad Aerowaves 2008/The Place, Londra


La creazione di un vuoto tra due personaggi. Il primo. Rosso. Il Gallo. Il secondo. Bianco. Lo Scorpione. Pare esista un vago, lontano riferimento al "cartone animato", all' "animazione". Il movimento del Gallo è altero; scruta lo spazio come se fosse il depositario di un mistero. Lo Scorpione è immobilità precisa, sicura, mentale, la stasi prima dell'attacco. C'è un'eleganza impalpabile, inenarrabile, arcana. Ogni tanto affiorano voci spezzate e mosse da un tormento. Forse le voci di brandelli di cartoons depositati nella nostra memoria? Il rosso del Gallo diventa il suo movimento. Il bianco dello Scorpione, la sua sospensione, diventa la sua voce. Il nero dello spazio diventa il tempo di una relazione vuota.

DEWEY DELL è la compagnia fondata a Cesena da Teodora Castellucci con Agata Castellucci, Demetrio Castellucci e Eugenio Resta. La volontà che la giovane formazione persegue è essenzialmente quella di portare la visione all’origine. Tutto è pensato per gli occhi. E' tra i vincitori di Nuove Creatività concorso promosso dall'Ente Teatrale Italiano.



-----------------------------------------------------------------------


Venerdì 29 gennaio
ore 21.30 durata 45'
Muta Imago
(A+B)3


progetto e regia Claudia Sorace
drammaturgia / suono Riccardo Fazi
realizzazione scena Massimo Troncanetti
vestiti Fiamma Benvignati
registrazioni audio Federica Giuliano
foto di scena Laura Arlotti
con Riccardo Fazi Claudia Sorace
produzione Muta Imago 07


Una coppia d’amanti si prepara per uscire: le due figurine felici mettono il vestito bello, i capelli hanno la piega appena fatta, un giro di perle al collo, le scarpe lucide. Si muovono rapidi e la loro danza di ferma di fronte ad uno specchio. Poi arriva la guerra. Plinio il Vecchio racconta che la pittura nacque quando una ragazza ricalcò il contorno dell’ombra dell'innamorato sulla parete della sua stanza, per tenerlo con sé anche dopo la sua imminente partenza. Questa storia parte dal gesto di lei, dal tentativo di trattenere qualcosa che sfugge, che non si può afferrare. Come quando cade un oggetto, stiamo per afferrarlo, la mano lo sfiora, ma non si riesce a tenerlo. Orfeo si volta, Euridice torna ombra.

MUTA IMAGO nasce a Roma nel 2004. Obiettivo della ricerca è far affiorare storie e momenti che permettano di ricostruire un’unitarietà perduta, quella che si può trovare ancora nell’essere umano. Nel 2007 ottiene una segnalazione speciale al Premio tuttoteatro.com - Dante Cappelletti. Comeacqua (2007), Lev (2008) sono gli ultimi spettacoli prodotti.
 




-----------------------------------------------------------------------



Venerdì 19 febbraio
ore 21.30  durata 50'
proiezione del film documentario
prodotto dall'Associazione di Volontariato il Germoglio e dall'Associazione Culturale Tirtha
The Way

gruppo di lavoro parateatrale 7-11 settembre 2009 Pescantina, Vr

con Rena Mirecka
e con Angela Bonfadini, David Amodeo, Pietro Angelini, Marco Balbi, Elena Barroglio, Mauro Bernardi, Filippo Bonora, Rachele Canella, Ugo Carlini, Andrea Caschetto, Pierluigi Castellini, Paola Cerpelloni, Irene Fioravante, Fabrizio Frisan, Irene Pantaleo, Alessandro Poletto, Tommaso Rossi, Vincenzo Pennella, Gabriel Maria Sala, Lea Sofia Gemma Tommasi, Silvia Viviani
regia di Irene Pantaleo


The Way è un processo di crescita e di conoscenza. Si lavora per dischiudere il centro individuale della creatività attraverso l’azione di gruppo. L'agire collettivo inteso come atto totale che libera intenzioni, impulsi e reazioni. Si devono eliminare le resistenze, gli ostacoli fisici e psichici. Per poter diventare performer, l’allievo deve essere disarmato, umile, sensibile, ricettivo, pronto per l’immenso e faticoso lavoro che è il processo di trasformazione. Deve essere in grado di rivelare, nell’atto creativo, i suoi sogni nascosti, le sue ferite mascherate e trasformare questo in azioni fisiche in una dimensione non quotidiana.
Rena Mirecka


Nel Paratetatro «se si è in cammino non si imita un viaggio, ma si è letteralmente in cammino» (Molinari). Di fronte allo spazio del lavoro collettivo, un tempo separato da quello delle relazioni quotidiane, abbiamo cercato di trovare quella distanza che consentisse la testimonianza, senza che la nostra presenza diventasse invasiva. E' stato come cercare la misura di un incontro. Forse attraverso il video ci siamo avvicinati a comprendere quell’idea che Grotowski ha sempre cercato di realizzare: il teatro come incontro, dono, «rapporto diretto e palpabile», «una comunione di vita».
Irene Pantaleo


RENA MIRECKA è un'attrice dell'Institut Aktore Teatr Laboratorium di Jerzy Grotowski, con il quale ha collaborato per 23 anni. Nel gruppo del Laboratorium Rena Mirecka ha avuto il compito di elaborazione del training e di studio e perfezionamento degli Esercizi Plastici. Ha partecipato a tutte le performance teatrali create da Grotowski. Ha recitato in tutti i paesi europei, negli Stati Uniti, in Canada, in Australia, in Medio Oriente e in Estremo Oriente. Dagli anni settanta prosegue la sua perorale ricerca nell'ambito del Parateatro, attraverso esperienze didattiche (come Be here now, The way to the Centre, Now it's the Fly) e progetti di para-performance (come Canoa ritual-action in tre incontri). Un'elaborazione originale del concetto di "cultura attiva", che non ne tradisce lo spirito, nel tentativo di creare uno spazio di condivisione, un tempo per l'autentico incontro tra esseri umani.




-----------------------------------------------------------------------



Venerdì 5 marzo
ore 21.30 durata 25'
Pathosformel
La timidezza delle ossa


Daniel Blanga Gubbay
Francesca Bucciero
Paola Villani
e con la collaborazione di Milo Adami
produzione Pathosformel / FIES Factory One
in collaborazione con Sezione Autonoma – Teatro Comandini. Cesena
Segnalazione speciale – Premio Scenario 2007


Un telo divide la scena da chi è venuto a vedere. Nessuna trasparenza, la visione è sigillata. A rompere l'attesa appare una forma impressa dal retro, frammento di un corpo che imprime le forme sfumate delle proprie sporgenze. Affiorano resti umani o reperti di una civiltà sepolta. E' l'anatomia umana nell'atto della propria formazione, feto che verifica la capienza dell'utero premendo contro le pareti di un pallido ventre materno. Lentamente il corpo si stacca e lotta contro la membrana, nel tentativo fallimentare di fissare l'immagine o di emergere oltre questo confine. Ogni volta i rilievi vengono inghiottiti dall'indifferente omogeneità della superficie, diventano caratteri di una scrittura che non può lasciare traccia. 

PATHOSFORMEL nasce a Venezia nel 2004 riunendo persone dalle diverse formazioni. L'intento che li unisce è quello di ripensare le priorità all'interno degli elementi che costituiscono una partitura performativa. Le loro proposte lavoro al limite tra il teatro, la performance musicale, il design e l'arte astratta, ponendo lo spettatore al centro della domanda sul confine tra le arti. Nel 2008 Pathosformel vince il premio speciale UBU.


ore 22.15 durata 30'
BAROKTHEGREAT
Barok


ideazione, scena, luci, costumi Leila Gharib, Sonia Brunelli
danza e coreografia Sonia Brunelli
musica originale, tecnica Leila Gharib
organizzazione Francesca Podda
coproduzione Grand Theatre di Groningen, Fies Factory One
in collaborazione con Teatro Stabile di Verona, centrale FIES
vincitore di Nuove Creatività con il supporto di ETI Ente Teatrale Italiano
si ringrazia Simon Vincenzi


Il movimento della scrittura, gli scatti e l'incertezza di una mano che traccia i suoi segni diventano ispirazione al componimento musicale e coreografico. Un paesaggio ritmico e mentale dove la luce richiama atmosfere chiarolunari. "Barok" segue l’andamento dell’annotazione. Simile al foglio su cui è rimasto un appunto che manca di regolarità. Tentativi che tornano su se stessi: un’idea che si ripensa, che cancella e riscrive, cercando il segreto della continuità, della sincronia dell’insieme. Lo spettatore è condotto ad una riflessione sul modificarsi della direzione, ponendosi in una condizione di scoperta come Galileo Galilei durante le sue prime osservazioni sul moto della terra.

BAROKTHEGREAT (Verona – Forlì, 2008) tende ad un’estetica senza limiti di genere e formato. Nel 2009 Xing gli commissiona per F.I.S.Co. "Wrestling - intuizioni sul mondo in attesa diventino una costruzione compiuta, happening dal particolare formato inclusivo sulla lotta". Nel 2009 vincono con il video “In the van” il concorso internazionale So Fresh!.





-----------------------------------------------------------------------



Venerdì 12 marzo
ore 21.30 durata 90'
Bagatelle N°5
SONST SAGT NIEMAND ETWAS.
ALTRIMENTI NESSUNO DICE NIENTE.


Dal romanzo “Malina” di Ingeborg Bachmann

[spettacolo in tedesco con sottotitoli]
regia Irene Mattioli
musica Bruno Franceschini
adattamento Albert Tola, Sonja Baude, Irene Mattioli
dramaturg Sonja Baude
scenografia Andreas Hoffschildt
con Franziska Dick, Tanja Fahrtmann, Lisa Scheibner

(prima nazionale)

Il romanzo "Malina" è un viaggio nella brutalità della nostra cultura e allo stesso tempo nel paesaggio invisibile di ogni vita interiore. La scrittura di Ingeborg Bachmann entra con delicatezza nei luoghi più dolorosi dell'inconscio collettivo. Materia dello spettacolo sono i “Todesarten” (cause di morte): le violenze quotidiane a cui è esposta l’esistenza nella “civile” società europea. Come spiega la stessa Bachmann <L’io femminile del romanzo ha subito tante “Todesarten”, è stato continuamente ucciso. E questo vale per ognuno di noi. Soltanto ufficialmente si dice che uno s’è ammalato di una malattia, invece non è vero. Prima ho detto “uccisi”, ma mi pare più giusto dire assassinati, saremo “assassinati”>.

BAGATELLE N° 5 è un gruppo teatrale nato nel 2005, dall'incontro, presso l'Università delle Arti di Berlino, di artisti dalle diverse nazionalità. Da allora ha realizzato produzioni e allargato le proprie collaborazioni in Germania, Italia, Spagna e Uzbechistan. Una particolare attenzione è dedicata all'analisi della drammaturgia moderna e contemporanea, anche intesa come punto di partenza per nuove scritture sceniche.



-----------------------------------------------------------------------


Sabato 13 marzo
ore 16.30
presso l’Accademia di Belle Arti “G. B. Cignaroli”


proiezione del film
Il Principe Costante di Jerzy Grotowski – Ricostruzioneun progetto di Ferruccio Marotti

a seguire incontro con:
Rena Mirecka - interprete de “Il Principe Costante” nel ruolo di Fenice
Ferruccio Marotti - Direttore del Centro Teatro Ateneo “Sapienza” Università di Roma

Il Principe Costante  (1965)
da Pedro Calderón de la Barca e Juliusz Słowacki
adattamento e regia Jerzy Grotowski
architettura Jerzy Gurawski
costumi Waldemar Krygier
direzione letteraria Ludwik Flaszen
con Ryszard Cieślak, Rena Mirecka, Antoni Jahołkowski, Maja Komorowska, Mieczysław Janowski, Stanisław Ścierski


La sistemazione del palcoscenico e del pubblico sta a metà tra l'arena e la sala operatoria. [...] I sentimenti della società verso il Principe non sono uniformemente ostili. Sono piuttosto l'espressione di un sentimento di diversità ed alienazione unito ad una specie di attrazione, e questa combinazione contiene in sé la possibilità di reazioni estreme quali la violenza e l'adorazione.
(estratti dall'introduzione di Ludwik Flaszen contenuta nel programma di sala originale)

Questa ricostruzione audiovisiva dello spettacolo teatrale Il Principe Costante di Jerzy Grotowski è stata realizzata nel 1977, sincronizzando un film in 16 mm, privo di sonoro, presente nell’archivio del Teatr Laboratorium di Wrocław e una registrazione audio effettuata a Spoleto da Marotti nel 1967. L'edizione restaurata è a cura di Luisa Tinti e Anna Rita Ciamarra, la traduzione italiana dei sottotitoli è di Marina Ciccarini.

- EVENTO A INGRESSO GRATUITO -



-----------------------------------------------------------------------



Venerdì 26 marzo
ore 21.30  durata 55'
Atto III Scena Icon gli allievi del Corso
regia Tommaso Rossi


Romeo e Giulietta. Atto III, Scena 1a. Benvolio è accusato da Mercuzio di essere una persona violenta e rissosa. Di Benvolio, in realtà, sappiamo tutt’altro, sembra essere il più pacifico e prudente tra i giovani veronesi. Per di più nel resto della scena sarà Mercuzio a provocare la lite con Tebaldo. Cosa si nasconde sotto questo breve e ambiguo dialogo d'inizio scena? Un’ipotesi: Mercuzio vuole verificare se anche nell'uomo più mite si annidi la violenza. La scena prosegue, Benvolio esplode riversando la propria rabbia, restituendo l'offesa all'amico. Mercuzio è soddisfatto, ha la sua prova. In ogni uomo si annida la violenza. Ma qual è il movente che porta Mercuzio a desiderare questa risposta? Il giovane amico di Romeo è sollevato dall’aver verificato di non essere il solo a possedere l'irrefrenabile sete di conflitto. Forse è l’asfissiante pretesa di amicizie senza ombre a fargli desiderare uno scontro. Forse Mercuzio non vuole il sangue, ha bisogno invece di far cadere uno stereotipo interno. Forse vuole cambiare. Da qui siamo partiti. Da questo grande testo di William Shakespeare che parla d'adolescenza. Dal senso di drammaticità insito nel concepire la possibilità d’essere altrimenti.

a seguire
chiunque vuole essere qualcuno e nessuno vuole essere chiunquevideoinstallazione
di Sirio Magnabosco
con gli allievi di Atto III Scena I

Come un alieno mi sono inserito nel mondo del laboratorio Atto III Scena 1a. Ho guardato, ascoltato, preso nota. Più che la fatica, più dello sforzo del gruppo ad inseguire un obiettivo comune, mi sono soffermato sui volti che si stagliavano nel contesto collettivo. Ho cercato di ritrarli. Ho cercato di documentare questo movimento del singolo (preso anche nel quotidiano, nei momenti "meno salienti"), un muoversi dal gruppo per tornare a sé e dal sé per cercare di andare verso gli altri. La solitudine, una certa solitudine, diventa condizione imprescindibile all'incontro.

SIRIO MAGNABOSCO è fotografo freelance. I suoi lavori sono stati pubblicati su N.Y. Times, Newsweek, Vanity Fair, Fair, Wired, Mare, IoDonna, Sportweek. Tra i riconoscimenti ricevuti Primo Premio al Greece Photo Biennale 2008 (Thessaloniki), selezionato per il World Press Photo Joop Swart Masterclass (2007, Amsterdam), menzione speciale Attenzione Talento Fotografico FNAC (2005).